Rapporto tra fratelli e gelosia figli: consigli e riflessioni sul ruolo degli adulti
Il rapporto tra fratelli, da sempre, si crea e si sviluppa sulla base di una serie di emozioni, sentimenti, stati d’animo ed esperienze e che diventano determinanti per la relazione familiare, sin dalla più tenera età.
Quando è in arrivo un fratellino o una sorellina, dunque, i genitori vivono spesso l’evento con preoccupazione.
Le emozioni della mamma, quando aspetta il secondo figlio sono varie: “riuscirò ad amarlo come il primo bimbo? Riuscirò a non fare mancare le giuste attenzioni al mio primo bambino?”
E sì, perché il primo figlio è la creatura che ha fatto di noi una madre, ogni battito del cuore, ogni respiro, quanti timori, quanta felicità, quanta stanchezza… E il suo incredibile amore: “Mamma stai qui, mammina bella!!!” Emozioni uniche, grandi, che non si pensava di potere vivere.
La verità è che l’amore non si divide ma si moltiplica …e le neo mamme e i neo papà imparano molto presto ad ottimizzare i tempi e a dare a ogni bimbo le attenzioni necessarie.
Il rapporto tra fratelli – preparare il terreno prima che il secondogenito venga al mondo
La futura nascita è una meravigliosa, ignota sfida ma è soprattutto un evento felice che, come tale, deve essere comunicato al primogenito: si tratta di un dono d’amore, una persona in più da amare e che lo ricambierà.
Compito del papà e della mamma è di rendere partecipe il figlio durante i mesi dell’attesa, affinchè vengano vissuti anche da lui con serenità ed entusiasmo.
Numerosi studi hanno dimostrato che il bimbo nel grembo materno sente le voci dei familiari e, quella del fratellino, è la voce che ha maggiormente occasione di ascoltare dopo quella materna e impara a riconoscerla.
Nei mesi dell’attesa sarà giusto accompagnare il primogenito verso la nascita, con le piccole attenzioni di cui abbiamo parlato.
Successivamente, un momento molto delicato è quello della prima vera lontananza dalla mamma, in occasione del parto: potrebbe essere bello lasciare al piccolo un oggetto che appartiene alla mamma e che magari rimandi a ricordi trascorsi con lei; o permettergli di esplorare la scatolina delle emozioni regalata dalla mamma, tanti messaggi d’amore, disegni, cui attingere nei momenti di nostalgia…
Il primo incontro tra i fratelli, poi, deve essere un momento esclusivo, della famiglia stretta: una sorpresa inaspettata potrebbe attendere il fratello maggiore, un regalo donato dalla mamma e dal fratellino, oppure un biglietto che la mamma avrà preparato preventivamente e che consegnerà al figlio maggiore proprio quel giorno. Tutto questo rinforzerà il pensiero del primogenito che sia sempre stato nei pensieri della mamma, anche in quei momenti.
E in questo primo incontro sarà giusto lasciare che il bimbo prenda in braccio il fratellino, che possa accarezzarlo e abbracciarlo, perché la conoscenza reciproca passa attraverso la vista, ma anche il tatto, l’olfatto, l’udito…
Anche per il più piccolo, il fratello è una figura importante quanto i genitori, lo segue con lo sguardo, lo ascolta.
Del resto, la comunicazione tra fratelli, rispetto a quella con il genitore, è più allegra per l’assenza dell’autorità adulta e sfocia in un linguaggio nuovo e personale che non è accessibile ai genitori, ma che è solo loro, unico e speciale.
La gelosia nel rapporto tra fratelli
Non è un caso che, soprattutto da bambini, si possa manifestare la tradizionale gelosia tra fratelli che, spesso, si trasforma in una vera e propria tematica – il più delle volte considerata come criticità – sulla quale insistere per dare vita ad importanti riflessioni.
Infatti, la gelosia, se trascurata o qualora dovesse trovare terreno fertile, potrebbe trasformarsi addirittura in insofferenza e in intolleranza dell’uno nei confronti dell’altro.
Il rapporto tra fratelli può risultare ancora più complicato nel caso in cui riguardi più figli, in quanto può effettivamente capitare che si registri un’alleanza tra due o più di essi a danno di un altro componente, che risulterebbe così escluso o emarginato.
Come si può manifestare la gelosia?
Quando il fratello maggiore sente il bisogno di proteggere sé stesso perché ha paura che il proprio valore sia minacciato dal neonato, diventa insicuro e geloso, può arrivare a non considerarne i bisogni e a pensare che questo nuovo fratello gli stia portando via l’affetto dei suoi genitori e … si sa… che l’amore di mamma e papà serve ai bimbi per la loro felicità.
Vero è che la mamma può normalmente dedicare al primogenito meno tempo e le attenzioni verso di lui non saranno più esclusive. Tuttavia, il suo bisogno non è questo ma, piuttosto, quello di sapere di potere contare sull’amore che la mamma provava quando lui era figlio unico, il che c’è sicuramente, in misura anche maggiore.
Quando invece il fratello percepisce l’altro come vulnerabile e riesce a provare tenerezza per lui, spesso gli atteggiamenti immediati che si istaureranno verso il neonato saranno quelli della cura: è un fratello, questo, che si sente normalmente più competente del fratello minore, la cui nascita potrebbe favorire la sua sicurezza e autostima.
La gelosia, qualora venga espressa – verso il fratellino o nei confronti della mamma per paura di perderla – potrà essere superata accogliendo il bisogno del bimbo di rassicurazioni: “…i genitori possono aiutare il proprio bimbo dimostrandogli il loro affetto incondizionato. Lui deve sapere che non ha bisogno di mostrarsi geloso per ottenere la loro attenzione, ma che loro continuano a volergli bene anche quando si mostra geloso” (Carlos Gonzales)
E se il bambino diventa aggressivo? Occorre fare comprendere che essere in collera si può, ma fare del male al fratellino è proibito!
Fino ad ora abbiamo parlato del primogenito. Ma nel corso dell’infanzia anche il secondogenito potrà dimostrare gelosia, frutto di una insicurezza che nasce dalla consapevolezza di quante cose sa fare il fratello rispetto a lui: anche in questo caso il rimedio sarà offrire stabilità e certezze, valorizzando ogni figlio.
E sì, perché oltre ai gesti d’affetto, oltre alla disponibilità a parlare delle emozioni provate, il genitore dovrà essere bravo a fare le giuste differenze tra i figli, adottando comportamenti diversi a seconda dell’età, del temperamento, delle loro esigenze, in modo, così, da creare con ognuno un rapporto personalizzato: non servono giochi o vestiti uguali, ma che ciascuno si senta rispettato nella propria unicità. E soprattutto, evitare di fare confronti tra i fratelli!!!
I conflitti tra fratelli possono tornare utili ai genitori per fare capire che la famiglia è una squadra. Occorre riportare alla calma, non minimizzare il problema dei figli ma, anzi, ascoltare i reciproci punti di vista, aiutarli ad esternare il proprio pensiero e a giungere ad un accordo. Il papà e la mamma non devono mai intervenire a prendere le parti di uno dei due fratelli: questo sì, potrebbe stimolare competizioni reciproche!
La tematica della gelosia tra fratelli merita di essere trattata al meglio tenendo conto, ovviamente, delle caratteristiche soggettive di ogni bambino e della sua personalità. Nello specifico, il vademecum contenente le regole d’oro su come gestire le situazioni critiche di gelosia tra fratelli, come intervenire, cosa fare, l’approccio da utilizzare per educare i propri bambini, è dedicato perlopiù ai grandi mentre i figli rimangono – se così si può dire – destinatari, quindi, di modelli di comportamento positivi adottati dagli adulti.
Rapporto tra fratelli: quale è il ruolo del genitore?
“Ogni bambino è un talento”: in questa frase si racchiude gran parte di ciò che ogni adulto dovrebbe tenere bene a mente per promuovere un rapporto tra fratelli che sia totalmente equilibrato. Ed è proprio partendo da questo che sarà necessario sottolineare che i bambini hanno tutti delle doti, abilità, qualità proprie di ognuno, mediante le quali si caratterizzano e formano la propria personalità, gettando le basi per la crescita e lo sviluppo e, in altre parole, preparandosi al futuro.
Da questa considerazione fondamentale, ben si comprende che il rapporto tra fratelli, e più nel dettaglio la gelosia tra fratelli, potrebbero essere determinati proprio da alcuni processi che anziché valorizzare tendono ad inibire questi talenti.
Qual è, quindi, il ruolo del genitore nella crescita e nello sviluppo dei bambini, in riferimento alla gestione del rapporto tra fratelli? Cosa un genitore è chiamato a fare dinanzi a una situazione di gelosia? Fratello maggiore e fratello minore certamente si vogliono bene ma spesso vivono una sorta di competizione che contribuisce ad inasprire il rapporto tra fratelli e ciò porta i genitori ad assumere comportamenti che potrebbero rivelarsi sbagliati, in quanto inibitori di una relazione armoniosa ed equilibrata.
Compito dal quale il genitore non potrà prescindere è di certo, quindi, quello di valorizzare al meglio le abilità ed i talenti di ogni bambino facendo in modo che i figli si sentano completamente liberi di esprimersi con i propri linguaggi, quelli delle proprie abilità.
Ed è proprio qui che risiede il segreto per limitare al massimo la gelosia tra fratelli: la formula magica dovrà pronunciarla il genitore che riconoscerà ad ogni figlio la sua unicità e la sua eccezionalità sulla base delle propensioni dimostrate.
Ma prima ancora, è opportuno che il genitore segua alcune regole semplici, alla base di un buon rapporto futuro tra fratelli.
Il primo suggerimento è parlare, parlare tanto con il proprio bimbo, della metamorfosi che il corpo della mamma subirà, ma anche dei propri stati d’animo, perché il bimbo, cui la mamma non spiega gli eventi, noterà l’eventuale disagio e si preoccuperà.
Può altresì essere utile prepararlo al momento del parto e raccontargli che la mamma dovrà andare in ospedale per qualche giorno affidandolo alle cure di papà e dei nonni ma che presto…appena possibile, potrà andare a conoscere il fratellino in ospedale : serve a mitigare future ansie e paure.
Allo stesso modo sarà giusto spiegare al piccolo che inizialmente il fratellino potrà comunicare solo con il pianto, che potrà giocare solo dopo un po’ di tempo e non subito, come lui desidererebbe.
E perché no, coinvolgere il piccolo in alcuni preparativi: chiedendogli se ci sono dei giochi che si potrebbero destinare al fratellino, oppure di scegliere il primo vestitino…un’idea potrebbe essere quella di portarlo con sé in occasione dell’ecografia del secondo trimestre.
Sfogliare insieme l’album delle fotografie che ritraggono il primogenito nei primi mesi di vita potrebbe essere emozionante e servirebbe certamente a fargli comprendere che verranno rivolte al fratellino le stesse attenzioni che sono già state riservate a lui.
Un altro grande ausilio si rivela la lettura condivisa di libri, adatti all’età, che parlano della futura nascita: spesso la richiesta di rileggere alcuni passaggi da parte del piccolo, potrebbe manifestare il desiderio di chiarimenti proprio su singoli aspetti di questa nuova esperienza.
Da ultimo, perché non andare a trovare amici o parenti con figli piccini? Anche questa esperienza potrebbe aiutare il primogenito a comprendere come potrebbe essere il futuro.
Gelosia tra fratelli: come intervenire? Indispensabile la sinergia tra famiglia e scuola
Gelosia tra figli? Consigli ideali per gestire al meglio il rapporto tra fratelli? Come fare? Sicuramente, queste sono tra le domande più comuni che ogni genitore – ed anche ogni insegnante – si pone nell’esercizio della sua “funzione” nei confronti dei più piccoli. Infatti, famiglia e scuola sono chiamati ad agire in totale sinergia, in modo da rendere il più possibile armonioso ed equilibrato il rapporto tra fratelli, soprattutto quando questo si presenta come difficile da gestire.
La gelosia tra fratelli può essere all’ordine del giorno ma l’importante è mettere in atto dei comportamenti tali da poterla ridimensionare.
Per il raggiungimento di questo obiettivo sono indispensabili due facce della stessa medaglia: nel rapporto tra fratelli, da un lato sarà fondamentale il ruolo della famiglia come agente di socializzazione primaria, dall’altro quello della scuola come luogo ed istituzione che si dedica alla formazione e dall’educazione dei più piccoli.
Nella famiglia così come a scuola, i bambini dovranno acquisire consapevolezza delle proprie abilità e dei propri talenti che genitori e insegnanti hanno il compito di valorizzare, anche per accompagnare i più piccoli alla scoperta di loro stessi, della propria personalità e del mondo circostante, mediante le relazioni con gli altri, prima tra tutte il rapporto tra fratelli.
La gelosia, del resto, fa parte di quella serie di emozioni e stati d’animo che i bambini imparano a conoscere proprio in tenera età e soprattutto all’interno della propria famiglia e della scuola. Proprio per questo motivo, in virtù del raggiungimento di un obiettivo comune, genitori di insegnanti dovranno assumere modelli di comportamento volti a valorizzare ogni singolo bambino per le sue capacità e a condurre lo stesso in un percorso che lo porterà ad apprezzare la condivisione, l’accoglienza dell’altro e ad accettare tutte le differenze che lo rendono unico, come unico sarà certamente il suo valore.
La scuola Ada Bolchini dell’Acqua: grande attenzione al singolo bambino e ascolto alle famiglie
La Scuola Ada Bolchini dell’Acqua promuove il proprio impegno educativo, in uno con i professionisti della Scuola che offrono il proprio servizio ai genitori e ai loro bimbi: gli insegnanti.
E’ la conoscenza di ogni singolo bimbo e delle sue specificità sin dal primo colloquio con i genitori e anche poi, il rapporto di confidenza e di fiducia che si instaura con loro, l’infinita propensione all’ascolto, che fanno della Scuola Ada Bolchini dell’Acqua una scuola in cui le famiglie si sentono “a casa”.
Una pedagogia della speranza, della fiducia, che propone ai genitori riflessioni teoriche ma anche strumenti pratici perché, pur nell’ambito di eventuali difficoltà, possano lasciarsi guidare nella situazione particolare.
Il dialogo permette ai genitori di presentare i loro figli e le fasi importanti, anche quelle più critiche di vita dei piccoli con i loro occhi e, le maestre, giungono ad identificare la specificità del bisogno del bimbo, evidenziandone le tappe e le esigenze di crescita.
Non sempre, infatti, la futura nascita è fonte di gioia immediata per l’alunno, talvolta porta con sé regressioni, manifestazioni di rabbia, vissuti personali che il bimbo ha necessità di comprendere e di metabolizzare, in un lavoro condiviso con la maestra della Scuola e con i compagni – e spesso concordato e spiegato ai genitori – che si offre come ausilio allo sviluppo di una sana ed equilibrata crescita psico-fisica del bambino.
Le maestre raccolgono le narrazioni dei genitori al fine di meglio valorizzare le competenze educative della famiglia e se necessario e nei casi più gravi, possono proporre un incontro paritario con la psicologa che collabora con l’Istituto, sempre nell’interesse dei bimbi.
Il dialogo e la successiva didattica, operano nella convinzione che il benessere degli allievi sia essenziale e il rispetto e la coesione in classe sia uno strumento per prevenire incomprensioni all’interno e fuori, ottime occasioni che generano serenità e rapporti migliori.
La Scuola Ada Bolchini dell’Acqua si pone, inoltre, insieme alla famiglia, nel ruolo di educare i bimbi nell’amore, insegnando loro non solo a prendere ma anche a dare. Oltre a trasmettere conoscenze, stimola la consapevolezza del bimbo a prestare attenzione all’altro: perché l’attenzione al prossimo è arricchimento. Il metodo educativo della Scuola mira a superare la chiusura in sé e l’egoismo e al dare sé stesso.
L’educazione all’amore, all’interno della famiglia e della scuola, significa stimarsi a vicenda, ringraziare per la reciproca esistenza ed i fratelli vengono aiutati ad accettarsi reciprocamente nelle singole caratteristiche, nella collaborazione nei bisogni di ciascuno e di tutti.
Attraverso questi atteggiamenti si perfezionano i valori che consolidano il carattere dei bambini, per un agire coerente verso se stesso, più sicuro e lontano dalle suggestioni del mondo esterno.
Partendo da un dato certo: i bimbi si comportano come vengono trattati! Se in famiglia e negli altri contesti grandi e piccoli si trattano con gentilezza e rispetto, dando importanza ai sentimenti altrui, è più facile per tutti andare d’accordo, all’interno della famiglia, a Scuola e nella società tutta.
La didattica verso i fratellini: le letture alla scuola Ada Bolchini dell’Acqua
Un metodo utile che stimola l’incontro con le emozioni, come felicità, rabbia, tristezza e che ha una importante funzione di anticipare eventi importanti del percorso formativo, seguito dalla Scuola Ada Bolchini dell’Acqua, è la narrazione simbolica attraverso la fiaba.
La fiaba permette di mettere in campo risposte di adattamento rispetto a situazioni di disagio e di guidare nello scioglimento di tensioni che si presentano nel vivere: ed ecco dunque spiegati la necessità di lasciare i propri genitori (Cenerentola), la solitudine (La Piccola Fiammiferaia), la volontà di realizzarsi (il brutto anatroccolo), il desiderio di raggiungere uno scopo (Pollicino).
La fiaba de I tre Porcellini, in genere è molto amata dai bambini della Scuola e dai fratelli maggiori…il porcellino più grande dimostra saggezza e prudenza e salva sé stesso e anche i fratellini…
E anche la Fiaba di Hansel e Gretel, dove l’amore e il legame dei fratelli solidali, permette loro di fuggire dalla strega cattiva e di salvare la famiglia dalla povertà…
La lettura della fiaba, attraverso un procedimento normalmente inconscio, permette ai bimbi di meglio comprendere gli eventi, anche quelli negativi, laddove gli ostacoli e le peripezie sono fondamentali per lo sviluppo del loro pensiero emotivo.
Più in generale la lettura animata è uno strumento didattico importante per la Scuola Ada Bolchini dell’Acqua, formativo per vari motivi nei confronti degli allievi e viene promossa anche mediante le uscite in libreria e sul territorio.